New York in 5 giorni, un sogno che si avvera – Giorno 5
Siamo arrivati all’ultimo post che compone questa nostra piccola guida per famiglie a New York.
L’articolo di oggi comprende l’ultima giornata intera a New York e in aggiunta la mezza giornata prima della partenza.
Il diario è scritto da mio marito Franco e se volete leggere le puntate precedenti le potete trovare qui di seguito:
GIORNO 4 – UPPER SIDE e CENTRAL PARK
GIORNO 5 e mezzo – GUGGENHEIM, Palazzo dell’ONU, CHELSEA MARKET e ritorno a casa
Al mattino torniamo nell’Upper East Side perché ci era rimasto indietro il Guggenheim e usiamo l’ultimo dei 6 tickets del CityPass.
Un’architettura splendida sia da fuori che all’interno, uno spazio espositivo unico che in questi giorni ospita una mostra antologica di Umberto Burri (per il nostro orgoglio italiano) ma che ha anche opere di vari Impressionisti.
Ci ha fatto piacere vedere anche diverse classi di bambini con il naso all’insù al centro della spirale che sale verso il lucernario.
La tappa successiva è l’unica che abbiamo prenotato online in anticipo dall’Italia ed è un’altra visita prestigiosa:
il famoso Palazzo di vetro dell’ONU – Organizzazione delle Nazioni Unite (UN per gli americani)
(altro riferimento cinematografico: The Interpreter con Nicole Kidman e Sean Penn).
Visto che arriviamo in anticipo per passare in tranquillità i soliti controlli di sicurezza (siamo in un’area extraterritoriale quindi non USA), una volta dentro abbiamo il tempo per goderci un pranzetto nel selfservice del UN, niente di particolare in termini di cibo, ma fa in certo effetto vedere alcuni delegati mangiare ai tavoli vicino. (niente foto)
La guida che ci porta a spasso per le sale è una gentile ragazza di origini cinesi che ci mostra alcuni dei regali che le varie nazioni (le nazioni che fanno parte delle UN sono 194 su poco più di 200 nel mondo) hanno fatto all’ONU nel corso degli anni e poi ci presenta il presidente Ban Ki-Moon (scherzo).
L’Assemblea Generale non è fotografabile perché c’è una riunione in corso e possiamo solo passare velocemente sul fondo, il tempo di vedere i delegati di tutto il mondo ascoltare con gli auricolari l’intervento di un collega.
Ci godiamo però la sensazione particolare di visitare il Consiglio di Sicurezza, quello famoso composto da 15 stati, 5 permanenti (USA, Russia, GB, Francia e Cina che sono quelli con il diritto di veto) e gli altri 10 a rotazione.
Mi fa piacere vedere Sofia seguire attentamente la spiegazione di quali sono gli obiettivi dell’UN e infervorarsi quando scopre quanti soldi vengono spesi ogni anno nel mondo in armamenti.
Dopo questo bagno di internazionalità e di buoni propositi, ci rituffiamo delle strade di Manhattan e raggiungiamo la Grand Central Terminal, chiamata anche Grand Central Station, famosa ed incredibile location cinematografica.
L’orologio a quattro facce al centro dell’Atrio Principale è il punto perfetto per darsi appuntamento e per ammirare la mappa stellare dipinta sul soffitto. Anche nella Stazione c’è un Mercato Natalizio coperto e diversi locali dove mangiare.
Un’altra breve passeggiata e si arriva alla New York Public Library, altro grandioso edificio che abbiamo visto in diversi film come “The Day after Tomorrow” dove si rifugiano i protagonisti quando Manhattan viene inondata.
Continuiamo a camminare lungo la Fifth Avenue risalendo verso Central Park, la strada più importante e lussuosa della città.
Ripassiamo vicino al Rockefeller Center e facciamo una breve pausa di riflessione nella Cattedrale di San Patrizio.
Non possiamo poi naturalmente esimerci da una piccola visita da Tiffany, tempio del lusso ed ennesima icona cinematografica. Nella hall è esposto un diamante (il Giallo di Tiffany) di 128 carati, indossato solo una volta da Audrey Hepburn per promuovere il film “Colazione da Tiffany”, ogni vetrinetta contiene piccole decorazioni natalizie con i famosi pacchettini color Tiffany…
E’ ora di tornare nel nostro quartiere dell’East Village e andare a cena in un ristorantino etnico, il Babu Ji, che tutte le sere rientrando verso casa abbiamo visto sempre pieno.
In effetti il locale merita davvero, cucina Indiana e fusion squisita, tutti sono molto gentili e su di giri (per riuscire a sentirci bisogna alzare il volume della voce) e ci trattano davvero molto bene.
Anche i ragazzi apprezzano molto la cena, iniziando da uno smoothies al mango gentilmente offerto dalla casa.
E poi piatti gustosi e coloratissimi e per finire gelati dalla forma strana serviti in contenitori affusolati, d’acciaio freddissimi, dai quali estrarre e mangiare velocemente questi stecchini con un gelato…da urlo!
Ottimo modo di finire in bellezza l’ultima serata in questa incredibile città, cenando in un ristorantino sotto casa che sarà per l’atmosfera su di giri, sarà per il fatto di essere a New York, si rivela essere uno dei migliori locali dove abbiamo cenato da anni…
GIORNO 6 – CHELSEA MARKET e ritorno a casa
E’ l’ultima mattina a NYC, e decidiamo di dedicarla ad un po’ di shopping in un posto speciale: Chelsea Market.
Questo mercato è un riuscitissimo esempio di recupero urbano di quello che era la fabbrica della National Biscuit Company (ci facevano gli Oreo, i biscotti “preferiti del momento” da mia moglie).
Il mercato si snoda al piano terra di tutto il blocco ed è zeppo di negozietti di qualunque cosa, anche se naturalmente il tema trainante è il cibo.
Noi ci sbafiamo un brunch spettacolare da Friedman’s e poi ci compriamo gli ultimi regalini molto originali.
Purtroppo è l’ora di rientrare alla base, chiudiamo le valige, rimettiamo le chiavi nel box del menu del ristorante li vicino e andiamo a caccia del taxi per l’aeroporto.
Stranamente il primo tassista riceve l’ordine dalla radio di rientrare e quindi ci aiuta a trovare un’altro tassista che ci porterà sani e salvi al JKF attraversando il Williamsburg Bridge e il traffico di Brooklyn.
Il viaggio di ritorno si svolge senza intoppi e più velocemente dell’andata, la notte passa in poche ore e ci ritroviamo nella nostra amata Milano (certo non è NYC ma a noi piace).
Che dire in chiusura?
Niente, tranne che ho già pronta la lista delle cosa da fare quando torneremo a NYC la prossima volta:
salire sulla Freedom Tower con i suoi speciali ascensori, vedere uno spettacolo a Broodway, assistere ad una funzione cantata ad Harlem (e magari farci un brunch di quelli pesanti da quelle parti), passeggiare per Greenwich Village, girare a Central Park in bicicletta, buttare un occhio alle gallerie d’arte di Chelsea, ammirare Manhattan dal Top of the Rock in cima al Rockefeller Center o in qualche bar esclusivo in cima ad un grattacielo, e naturalmente uscire da Manhattan e girare Brooklyn, la sua Little Italy e arrivare a vedere l’oceano a Coney Island…
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