Ed eccoci di nuovo alla nostra piccola guida per famiglie: New York in 5 giorni, un sogno che si avvera, giorno 2
Il diario è di mio marito che ci ha scorrazzato in lungo e in largo per la Grande Mela,
Qui trovate anche il giorno dell’arrivo: Giorno 1 – ARRIVO a MANHATTAN se volete ripassare.
GIORNO 2 – LOWER MANHATTAN
Il primo vero giorno a Manhattan si apre con un fantastico cielo azzurro e ne approfittiamo quindi per partire per una delle più classiche delle mete : la Statua della Libertà.
Prima però facciamo colazione da Veniero’s sulla nostra strada, un’antica pasticceria italiana che è rimasta com’era nel 1894, per niente “alla moda”, ma si dice che facciano la cheese cake più buona di Manhattan.
Satolli di cheese cake, con il metrò raggiungiamo Battery Park e compriamo i tickets per il battello nelle biglietterie all’interno del fortino di Clinton Castle.
Mentre siamo in fila per i classici controlli di sicurezza prima di imbarcarci, non possiamo non ammirare la lontana silhouette della nuova Freedom Tower, eretta dopo il crollo delle Torri Gemelle e la Sfera che era una scultura al centro del World Trade Center e che ora è stata spostata nel parco.
Mentre sul battello ci dirigiamo verso l’isola della Liberty Statue, la vista della skyline di Manhattan ci emoziona e ci stupisce.
Le foto ed i selfies che ci facciamo con la Statua in questa giornata fantastica non hanno prezzo.
Decidiamo di non salire sul basamento e sulla statua per stringere i tempi, la giornata è lunga,ma ci sono ancora molte cose da vedere e ci dirigiamo verso Ellis Island, dove arrivavano i migranti di 3° classe quando sbarcavano dalle navi che attraversavano l’Atlantico.
Ne approfittiamo per consultare l’archivio informatico messo a disposizione dei visitatori (7$) per fare una piccola ricerca, ed infatti troviamo i dati di antichi cugini che emigrarono dal 1911 al 1914 da Trani partendo dal porto di Napoli con navi dai nomi epici come America o Europa … peccato che il computer non ci dica come gli è andata la vita e dove sono ora i loro discendenti.
Rientrati a Battery Park, saltiamo il National Museum of American Indian che però è in palazzo molto bello, e andiamo alla ricerca di qualcosa da mangiare per Lower Manhattan.
Purtroppo da Fraunces Tavern è troppo tardi e ci fermiamo da Burger Burger, un posticino molto tipico e alla buona di fianco a Stone St, una stradina pedonale dell’antica Manhattan piena di bei locali.
Riprendiamo la passeggiata per il Financial District e la mitica Wall Street che però visitiamo di sabato e quindi ci immaginiamo essere molto più frenetica di come la vediamo noi. Ci soffermiamo davanti alla facciata del New York Stock Exchange (per intenderci dove pochi giorni prima aveva visto la prima quotazione in Borsa la Ferrari) e ci facciamo una foto con la statua di George Washington che sorge nel luogo dove giurò come primo Presidente ed ora ospita la Federal Hall con la facciata che si ispira al Partenone.
La nostra meta è Ground Zero ed il Memorial del 9/11 (l’undici settembre, come viene ricordato l’attacco alle Torri Gemelle) dove un po’ di folla si raccoglie intorno alle due grandi vasche quadrate posizionate dove erano le basi dei due grattacieli.
Sui bordi delle vasche sono incisi i nomi delle vittime (quasi tremila) di quel giorno, qualcuno ha lasciato una rosa o qualche altro ricordo e l’emozione è intensa.
Qualche coppia di turisti si scatta un selfie con lo sfondo del Memoriale sorridendo e facendo un po’ di confusione, Sofia se ne accorge e si indigna per la loro mancanza di rispetto.
Decidiamo di visitare il nuovo Museo del 9/11 e ne approfittiamo per comprare alla biglietteria il New York City Pass che costa $114 per gli adulti che ci darà la possibilità di entrare in 6 diverse attrazioni e di saltare qualche fila.
Scendiamo nel Museo che è costruito dove erano le fondamenta dei 2 grattacieli gemelli, ci accoglie una grande parete verticale di cemento che è uno degli elementi rimasti dopo il crollo e ci ricorda una sorta di moderno muro del pianto.
Il Museo è molto bello e toccante, ci riporta indietro a quel giorno e quei momenti davanti al televisore che nessuno ha dimenticato; credo che ora anche i nostri due figli abbiamo un’idea più precisa di cosa successe quel giorno.
La visita al Museo da sola potrebbe prendere mezza giornata, non vi descrivo qui cosa vi troverete all’interno, ma vi assicuro che è stata la visita che più ci ha colpito di tutta la vacanza e che quindi è una delle tappe obbligatorie che secondo noi devono essere assolutamente programmate in una visita a Manhattan.
Quando ritorniamo in superficie è ormai buio, ci sgranchiamo le gambe, se mai ne avessero bisogno, e andiamo a cena a Chinatown dove ci infiliamo nel primo locale che ci ispira, il Bossanova Ramen, ho proprio voglia di una buona zuppa calda, che sciolga il nodo che mi ha provocato il memoriale…e il leggerissimo hamburger che ancora mi si ripropone dal pranzo.
Un’occhiata al menù e scegliamo, tutti concordi su un bel ramen fumante, tranne per il sottoscritto che si ritrova con la zuppa calda ma i noodles a parte immersi nel ghiaccio, a quanto pare ho ordinato una specialità estiva, con grande divertimento dei miei figli.
Per tornare a casa ci concediamo un taxi e passiamo attraverso Little Italy, qualche vetrina e insegna, ma ormai è tardi, siamo decisamente stanchi dalla giornata e abbiamo solo voglia di sdraiarci, negli occhi ancora le immagini di tutto quello che abbiamo visto e nel cuore le mille emozioni.
No Comments